Proiezione del documentario 'L'INCANTESIMO DELLA CREAZIONE' di Ugo Amati e Michele Bianchi.
Questo lavoro tratta il tema controverso del binomio arte/follia, mettendo in discussione il concetto di psicopatologia dell’espressione.
Spezzoni di film e frammenti di viaggio, sono inseriti nella struttura filmica, in quanto parte della memoria e del percorso professionale ed esistenziale del Dr. Amati.
Unica proiezione sabato 29 giugno alle ore 21:30 - Ingresso libero
Come arrivare
Comunicato stampa
A cura di Simona Rinciari
Questo lavoro tratta il tema controverso del binomio arte/follia, mettendo in discussione il concetto di psicopatologia dell’espressione.
Spezzoni di film e frammenti di viaggio, sono inseriti nella struttura filmica, in quanto parte della memoria e del percorso professionale ed esistenziale del Dr. Amati.
Dopo la proiezione gli autori si
confronteranno con l’artista Graziano Spinosi , il filosofo Pietro D’Oriano e
con il pubblico.
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Comunicato stampa
Questo lavoro tratta il tema
controverso del binomio arte e follia, mettendo in discussione il concetto di
“psicopatologia dell’espressione” secondo il quale un’arte malata si opporrebbe
a un’arte sana. La scaturigine creativa è una e una soltanto e può declinarsi
in modalità estetiche più o meno valide. Ugo Amati, psichiatra e psicanalista ,
egli stesso pittore, ha lavorato alcuni anni presso la Clinique de la Borde
diretta dal dottor Jean Oury nella regione del Loire et Cher. Il dottor Oury,
ha stimolato nel corso degli anni
l’attività creativa degli ospiti della Clinica , raccogliendo un certo numero
di opere che saranno custodite nel Museo che si sta costruendo all’interno
della clinica, dove sarà esposto anche il quadro del dr. Amati. Questo dono ha ispirato il docufilm , che
altro non è che un viaggio , dove gli
incontri del passato con luoghi e personaggi si incontrano e si intrecciano
. Il docufilm è una testimonianza e un
omaggio al dr. Jean Oury , un grande clinico , autore di una tesi nel 1950
sulla creazione estetica sempre attuale. Un uomo dotato di una sensibilità
particolare per la necessità vitale dei
malati di mente di ritrovare se stessi e di auto costituirsi creando opere. Ed
è anche, parallelamente, una critica alla deriva tecnocratica della psichiatria
attuale. Il lavoro è impreziosito da un’intervista rilasciata recentemente dal
professore Gillo Dorfles, pittore e
psichiatra egli stesso, oltre che
critico d’arte e intellettuale di fama internazionale.
Michele Bianchi, psicoanalista, ha
collaborato alla realizzazione del docufilm , contribuendo alla struttura, al
montaggio e alle scelte musicali.
Spezzoni di film e frammenti di
viaggio, sono inseriti nella struttura filmica, in quanto parte della memoria e
del percorso professionale ed esistenziale del dr. Amati.
Dopo la proiezione gli autori si
confronteranno con l’artista Graziano Spinosi , il filosofo Pietro D’Oriano e
con il pubblico.
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